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Prima settimana di lavoro del nuovo anno.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, negli ultimi giorni di vacanza non avevo l’urgenza, come ho di solito, di tornare a lavoro. Per me era una sensazione inedita, ma come mi ha detto un amico con più senso pratico, non è necessariamente un male. Per la prima volta non ho subito le ferie, ma ne ho approfittato per recuperare un po’ di sonno e soprattutto dei ritmi meno frenetici.

Avevo paura che rientrare in classe mi sarebbe pesato. Invece mi sono bastati i primi cinque minuti coi “miei” studenti per essere contenta: ho il privilegio di fare un lavoro che mi piace tanto. Sembrava che tutto avesse ripreso a scorrere come prima.

Martedì c’è stato il brivido del ritorno a scuola (di danza) da studente. E anche quello è stato un piccolo attimo di felicità, l’emozione di ritrovare delle amiche e di fare qualcosa per me.

La settimana ha preso l’andatura di un treno ad alta velocità, in un precipitare di eventi di cui mi rendo conto solo adesso. Una carissima amica ha perso la madre all’improvviso, un’amica che abita troppo lontano per farle sentire la mia vicinanza fisica. Spero che le sia arrivata, con i miei limiti, la mia corrispondenza di amorosi sensi.

Notizie anche sul fronte di quella che ormai considero non solo una passione, ma il mio secondo mestiere. Un piccolo fallimento (che mi aspettavo) e una bella conferma, che mi ha risollevato l’umore giorni nei quali le notizie che non si vorrebbero mai sentire si sono moltiplicate.

Così stamani mi prendo il tempo per rielaborare.

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